Via al progetto LIFE per la tutela del Pelobates fuscus insubricus in Lombardia e Piemonte

Che cos’è il progetto LIFE19-NAT/IT/000883 Insubricus?

È uno dei 6 progetti finanziati quest’anno in tutta Italia dall’Agenzia Esecutiva delle Piccole e Medie Imprese (EASME), nell’ambito del programma di finanziamento europeo LIFE 2014-2020 Nature and Biodiversity.

Il progetto prevede la tutela del Pelobates fuscus insubricus, specie rara ed endemica del nord Italia, in ben 14 dei Siti Natura 2000 presenti tra le regioni Lombardia e Piemonte, intervenendo sia sulla specie che sull’habitat e puntando a migliorarne sensibilmente lo stato di conservazione, fornendo le basi per una crescita delle popolazioni anche nel periodo successivo alla conclusione del LIFE.

Le attività progettuali inizieranno nel prossimo mese di ottobre e termineranno il 31 dicembre 2026, potendo contare su di un budget totale di 5.215.092 euro, con un contributo dell’Unione Europea di 3.909.739, che corrisponde al 75% delle spese previste. La Fondazione Cariplo e Snam Rete Gas spa supporteranno il progetto in qualità di cofinanziatori. Tra i partners di progetto troviamo Città Metropolitana di Torino, Parco Paleontologico Astigiano, Parco Pineta, Cooperativa Eleade, Parco Po torinese e Parco Ticino Piemontese e Lago Maggiore, il capofila Parco Regionale del Ticino Lombardo ed infine… anche noi, Istituto Delta Ecologia Applicata.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Verranno realizzati, durante i 6 anni di attività, interventi per garantire la conservazione della popolazione e per contrastare le principali minacce alla presenza della specie: sono previsti, infatti, il ripristino e il miglioramento delle zone umide esistenti e la creazione di nuovi siti idonei alla riproduzione e al ripopolamento. È inoltre importante garantire un incremento della variabilità genetica delle singole popolazioni, attraverso la riduzione del fenomeno dell’inbreeding, l’incrocio tra individui strettamente imparentati o consanguinei. Si intende anche migliorare la connessione tra le sottopopolazioni ripristinando le zone umide o creandone di nuove, che abbiano le caratteristiche adeguate a fungere da corridoi per lo spostamento degli individui. Infine, sono ritenute importanti la definizione e la condivisione di linee guida e di una strategia nazionale per la conservazione della specie.

Di fondamentale importanza per il raggiungimento dei risultati sarà il coinvolgimento attivo della popolazione e dei principali stakeholder locali, attraverso l’organizzazione di eventi aperti al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole del territorio. Inoltre, è stata sollecitata e ottenuta la disponibilità di privati proprietari e agricoltori a contribuire alla conservazione del Pelobate fosco: sia con la messa a disposizione delle aree interessate dagli interventi previsti dal progetto, sia per la condivisione di buone pratiche per il mantenimento di condizioni idonee alla riproduzione e alla vita dell’anfibio tutelato.

LE PRINCIPALI AZIONI

Tra le azioni preparatorie figurano la sottoscrizione di accordi con proprietari terrieri nei siti degli interventi per la formalizzazione dell’impegno di conservazione, il monitoraggio ex-ante e la formazione di erpetologi junior e di una task force di volontari.

A seguire sono previste azioni per l’aumento della funzionalità della rete ecologica a favore del Pelobate fosco nel Parco del Ticino Lombardo, con interventi di ripristino, miglioramento delle zone umide esistenti e creazione di nuovi siti adeguati alla riproduzione e al ripopolamento.Si punta infatti, alla creazione di un secondo nucleo per la riproduzione nel Parco del Ticino Lago Maggiore, la costituzione di tre nuovi nuclei riproduttivi nel Parco della Pineta Appiano Gentile-Tradate e di cinque nuovi nuclei riproduttivi nel Parco Paleontologico Astigiano. Un’ altra fondamentale azione prevista dal progetto è il rafforzamento della metapopolazione esistente, intesa come l’insieme delle popolazioni interconnesse geneticamente tra di loro a seguito della migrazione di singoli individui tra le diverse popolazioni. Anche nel territorio della città di Torino è previsto questo tipo di intervento: si prevede, infatti, il rafforzamento di tre metapopolazioni e l’istituzione di una nuova metapopolazione nelle Zone speciali di Conservazione gestite dalla Direzione sistemi naturali dell’Ente. Per ottenere tali obiettivi sarà necessario rimuovere le specie invasive che predano il Pelobate (ad esempio il Gambero Rosso della Louisiana) e ripristinare e migliorare le zone umide esistenti. Anche nelle Zone Speciali di Conservazione, affidate in gestione dalla Regione Piemonte all’ente di gestione delle Aree Potette del Po Torinese, è previsto l’istituzione di una nuova metapopolazione e il rafforzamento di due metapopolazioni già presenti sul territorio. Queste azioni verranno accompagnate dal trasferimento e dal ripopolamento di alcune popolazioni.

I quattordici Siti Protetti Natura 2000, sono coinvolti in sette azioni che vedranno: il controllo delle specie invasive per ridurre la pressione dei predatori (in 4 stazioni all’interno del Sito Natura 2000), la creazione e il miglioramento di habitat per la specie target in almeno cinquantadue zone umide, il ripopolamento di Pelobates fuscus insubricus in quarantacinque località. L‘ efficacia delle azioni verrà monitorata all’ interno del Parco della Pineta, valutando sia l’aumento della popolazione della specie target, sia lo sviluppo di protocolli per il monitoraggio e per la gestione degli habitat della specie. La parte relativa alla sensibilizzazione e al coinvolgimento degli stakeholeder rilevati a livello locale prevede attività di networking, la pubblicazione di linee guida per gli agricoltori, lo sviluppo di strategie di replicabilità, l’organizzazione di stage formativi e summer school.    

RISULTATI ATTESI

I risultati attesi dalle azioni previste dal progetto sono diversi: in primo luogo l’incremento delle popolazioni di Pelobates fuscus insubricus del 2,627% rispetto al 2018, con la reintroduzione di 3.000 esemplari. Si prevede, inoltre, il ripristino di tre popolazioni estinte, evento che aumenterebbe di per sé la variabilità genetica delle singole popolazioni. Per ridurre la distanza tra le popolazioni attraverso il consolidamento di nuovi siti si riproduzione, sono previsti un totale di 75 interventi: 59 zone umide verranno ripristinate mentre 16 nuove zone umide verranno create.  Altra importante azione per la preservazione della specie target è il controllo e l’eliminazione di specie invasive in due siti Natura 2000. Diversi saranno gli attori chiamati in causa nelle fasi di progetto: gli agricoltori saranno coinvolti nella gestione e nella conservazione a lungo termine dell’anfibio, mentre una task force di 100 volontari sarà creata al fine di monitorare e supervisionate le attività in favore della specie. L’ISPRA adotterà le linee guida e le strategie nazionali per la conservazione sviluppate in fase progettuale, queste verranno al contempo pubblicate. Un efficace comunicazione del progetto sarà garantita dall’aggiornamento costante delle pagine social e del portale internet dedicato. Anche la diffusione di materiale informativo, e l’organizzazione di eventi locali e conferenze stampa avranno un ruolo di rilievo nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica.